Riapre la pizzeria ‘O Scugnizzo, bentornati a tavola con noi!

Siamo aperti, ma… niente ma: siamo aperti!

È il messaggio più bello che potessimo mandare a tutti i nostri clienti e amici: la pizzeria ‘O Scugnizzo ha riaperto le sue porte a tutti voi!

L’emergenza coronavirus ha creato una frattura tra il prima e il dopo. Ci ha scosso profondamente, mettendo in crisi le coscienze e provocando tanto dolore. Ma ci ha anche permesso di reinventarci, di ripensare a ciò che per noi è fondamentale, ai nostri valori.

Quando l’emergenza coronavirus è stata tale da mettere in pericolo le vite di tutti, non abbiamo esitato a chiudere al pubblico. “Per me è stata una sofferenza. Per la prima volta da quando ho creato ‘O Scugnizzo, vent’anni fa, non sapevo cosa fare“, ha ammesso tristemente Pierluigi.

L’idea di aprire la pizzeria per l’asporto sembrava un gesto poco rispettoso nei confronti di tutto quello che stava succedendo.

Ma poi ho dato ascolto alla parte più profonda di me, che mi diceva di portare un momento di gioia a chi era solo, a casa. Una pizza è profumo, gusto, vista, tatto, ascolto. È un’esperienza che può riportare alla nostra mente i ricordi più belli e io non volevo privarmene, né ho voluto privarne i miei clienti. E così ho deciso di portarla fino a casa“.

Un’organizzazione certosina che ha fatto partire la app ‘O Scugnizzo e che ha messo su strada tredici ragazzi che hanno coperto la provincia Aretina quasi per intero, ogni sera, tranne il martedì.

Quando si è iniziato a parlare di riaprire ho nutrito molti dubbi. Il mio locale è intimo, pensare di riaprire con quattro tavoli e tenere una distanza interpersonale di 4 metri era impensabile da un lato e insostenibile dall’altro. Così ho rinunciato all’idea. La mia decisione di non riaprire ‘O Scugnizzo, ma continuare con consegne a domicilio e asporto, ha fatto il giro d’Italia e innescato molti dibattiti accesi intorno a un argomento molto sentito, non solo dai ristoratori, ma anche dai clienti“.

Pieluigi Police ha continuato a non darsi pace.

Per consegnare pizze perfette ha ripensato interamente l’impasto della sua pizza. Insieme a Dario Meo, responsabile marketing del locale, ha organizzato una squadra di fattorini eccellente. Con tutta la famiglia di ‘O Scugnizzo, Maria, Simona, Gennaro, Salvatore e Michael (detto Michè), ha reinventato il lavoro in base alle nuove esigenze.

Eppure c’era qualcosa che non quadrava. Il silenzio. Il locale vuoto e silenzioso oltre il forno e la cucina, senza il brusio, le risate, i saluti, il suono delle posate e dei bicchieri che rivivono ogni sera nelle mani di ogni cliente, è avvolto da uno strano silenzio e gravato da una sensazione di perenne attesa.

Stavo aspettando il momento giusto per riaprire, per farlo in sicurezza e senza dover rinunciare a nessuno dei miei più stretti collaboratori“.

Quel momento è arrivato senza troppi clamori, tra un decreto e un’ordinanza, in un giorno quasi anonimo, simile a tanti altri in questa fase 2 dell’emergenza.

Sono cambiate le carte in tavola. I 4 metri di distanza da tenere tra un tavolo e l’altro si sono ridotti a uno. I plexiglas separatori tra i commensali non sono obbligatori, come si pensava all’inizio. Il desiderio di poter riaprire quanto prima, ma in completa sicurezza era tale, che il 24 aprile Pierluigi ha acquistato un ozonizzatore. Una macchina ad alta tecnologia che tratta interamente l’ambiente, sanificandolo, durante la notte, quando ogni cosa è al suo posto e tutti siamo a casa.

Non abbiamo badato a spese, la sicurezza dei nostri clienti viene prima di tutto“.

La nostra macchina è arrivata dopo più di un mese, solo ieri e ci ha trovato pronti alla riapertura.

Sono arrivati i menu su QR Code al tavolo, per poter scegliere l’ordinazione direttamente dal proprio telefono cellulare. Ogni cosa è andata al suo posto, i tavoli e le sedie nella loro nuova disposizione per mantenere la distanza di sicurezza.

Abbiamo riattivato la prenotazione tramite i canali social e su Google.

Siamo partiti alle 19.30. Ed eccoci qua. È stata un’emozione talmente grande che non sapevamo come dirvelo. Ma vi diremo solo questo: vi aspettiamo.

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